Gaetano
Zingales
Cavaliere
O.M.R.I.
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Nota indirizzata a:
AL Prof. Dott. SEBASTIANO TUSA
ASSESSORE
REGIONALE
DEI
BENI CULTURALI E
DELL’IDENTITA’
SICILIANA
AL
SOPRINTENDENTE DEI BB.CC.AA.
DI
MESSINA
A
S.E. MONS. GUGLIELMO GIOMBANCO
Vescovo
della Diocesi di Patti
AL
PARROCO DI LONGI
Oggetto:
Lavori presso ex chiesa di S.Salvatore in Longi
Mi
giunge notizia che esisterebbe un progetto esecutivo, già
finanziato, che dovrebbe consentire lavori di ristrutturazione e di
copertura del tetto presso l’ex chiesa di S.Salvatore, in Longi. E' vera la
voce che corre oppure è una bufala dei soliti buontemponi?
Per
coloro che non fossero a conoscenza degli eventi abbattutisi su
questa struttura, faccio quì una breve descrizione. Essa fu
investita dalla frana , il 15 marzo 1851, nella navata di destra
mentre l’abside e la navata di sinistra non furono travolte. La
chiesa era in costruzione e, per motivi che non si sanno, venne
abbandonata anche se si sarebbe potuto liberare dal fango la parte
invasa in quanto la gran parte della superficie era rimasta integra.
Se i lavori fossero stati in uno stadio avanzato ( con la copertura,
il catino e l’intonaco ai muri) e la chiesa fosse stata investita
totalmente non avremmo visto i muri allo stato grezzo. Invece, il
tutto è rimasto come si presenta ai nostri occhi.
L’ex
chiesa, sin dagli anni trenta venne utilizzata per rappresentazioni
teatrali e, dai ragazzi, sino alla realizzazione del campo sportivo,
come campetto di calcio.
Io
rammento, da ragazzo, che, dopo avere giocato al pallone, attraverso
un’apertura sul retro dell’abside ci portavamo dietro il muro
della chiesa perché, staccato da questo, nella parete di fronte,
c’era una piccola sorgiva d’acqua, dove noi andavamo a
dissetarci. Quindi, su quel muro non si era abbattuta la frana, al
contrario della navata di destra che era rimasta sommersa dal fango.
Quell’apertura sul retro – a mò di porticina – successivamente
venne murata.
Rammento
anche che al muro esterno di destra si erano appoggiate abitazioni,
in seguito costruite da privati, e che, al piano terra, si accedeva
ad un locale ( forse la futura sagrestia) accanto alla torre
campanaria.
In
conclusione, la frana ci fu ma non si abbatté su tutto l’edificio,
che venne abbandonato divenendo una “incompiuta”, la quale ,
oggi, ha bisogno solo di essere restaurata e conservata, così com’è,
per spettacoli e manifestazioni culturali.
La
struttura viene da tutti ammirata per la sua bellezza, che trasmette
l'emozione di un'antica civiltà del paese e di valori religiosi e
culturali esistenti presso quei nostri antenati. Trasformare l’estasi
della visione oggi esistente, durante gli spettacoli estivi, è un
delitto contro la natura e la bellezza architettonica.
E’
l’unica eredità di antiche strutture e di manufatti artistici,
rimasta al godimento degli amanti dell’architettura del passato, in
quanto tutte le altre, per mancanza di convincimenti culturali , sono
andati distrutti. Come ad esempio. Il lavatoio pubblico alla Fontana,
l’edicola di San Leone al Serro, le fontanelle di acqua potabile
disseminate nel paese, il Monumento ai Caduti sotto i Due Canali con
la vasca dei pesci. E presso la chiesa madre: il pulpito per le
prediche, il grande lampadario centrale, l’artistico fonte
battesimale, le lapidi di feudatari sepolti, il tetto a cassonetto.
Adesso,
si vorrebbe distruggere l’ultimo bene artistico rimasto al paese di
Longi. Vi invito a desistere in quanto ai longesi piace così com’è.
Se
la meravigliosa e coinvolgente chiesa dello Spasimo, a Palermo.
laddove si svolgono manifestazioni musicali ed artistiche a cielo
aperto, fosse oggetto di intervento strutturale con copertura del
tetto, oggi inesistente, non verrebbe commesso uno scempio culturale?
L’ex chiesa di Longi non ha certamente la bellezza di quella dello
Spasimo, ma ha egualmente una sua attrattiva come sito artistico per
manifestazioni di vario genere. Se non fosse un’affermazione
azzardata, direi che l’immobile, pur essendo della metà del 1800,
ha un qualcosa di archeologico, che ci fa rammentare la millenaria
esistenza del borgo montano, fondato dagli esuli della distrutta
città di Demenna.
E'
uno stato d'animo sublime quello in cui , durante l'ultra ventennale
Concerto d'Estate, lo spettatore, sommerso dalle note musicali del
complesso orchestrale, eleva il suo sguardo verso il cielo stellato,
talvolta rischiarato dalla luna. E' un appuntamento, il Concerto, che
coinvolge i longesi, soprattutto quelli che al paese tornano per
trascorrere le ferie estive. Il sito di rustica e antica bellezza,
guardando in alto, sopra la struttura, durante gli intervalli dello
spettacolo, è impreziosito, dalle caratteristiche piante di opuntia
(fico d'india). Qualcuno potrebbe obiettare che, sotto il
tetto di copertura della struttura, lo spettacolo si potrebbe
svolgere egualmente. Lo scenario cambierebbe, non essendo quello
offerto dalla natura, ed il momento celebrativo perderebbe la
bellezza e l'importanza del suo appuntamento annuale.
Leggo
da un saggio su internet. “La
tutela
del patrimonio culturale e del paesaggio.
La
conservazione
del paesaggio,
in pratica l’insieme delle bellezze naturali e del patrimonio
artistico-storico-culturale, è un esigenza irrinunciabile nel nostro
paese e va considerata come un aspetto specifico della più ampia
tutela dell’ambiente.
Già la Costituzione intende la tutela del paesaggio come protezione del patrimonio naturale nella sua complessità; riconosce, inoltre, tra le finalità precipue dello Stato la conservazione del patrimonio storico e artistico al fine di salvaguardare la civiltà, i costumi e le tradizioni, in sostanza la memoria storica della nazione, e di proteggere l’ambiente costruito nel tempo dall’uomo. “
Già la Costituzione intende la tutela del paesaggio come protezione del patrimonio naturale nella sua complessità; riconosce, inoltre, tra le finalità precipue dello Stato la conservazione del patrimonio storico e artistico al fine di salvaguardare la civiltà, i costumi e le tradizioni, in sostanza la memoria storica della nazione, e di proteggere l’ambiente costruito nel tempo dall’uomo. “
Chiaramente,
l'immobile fa parte dei beni paesaggistici e, quindi, soggetto alle
norme, nazionali e regionali, di salvaguardia e tutela dei beni
culturali, archeologici ed architettonici.
A
questo punto, mi chiedo: nel caso in cui esista il progetto in
argomento, lo stesso ha avuto rilasciati tutti i necessari visti
per l'inizio dei lavori.?
E'
doverosa , pertanto, una risposta a quanto, con la presente, viene
chiesto.
Pur
tuttavia, ove sia percorribile sul piano tecnico e normativo, per non
bloccare un progetto esecutivo propongo, come mediazione, di
apportare una variante allo stesso. Anziché un tetto fisso per la
copertura delle navate, centrale e laterali, si potrebbe ricorrere,
nella navata centrale, ad un tetto mobile. E’ possibile? Se “no”,
che si intervenga per la messa in sicurezza dello stabile ma, per
favore, che non sia distrutta la visione di ammirare, durante gli
spettacoli, la bellezza del cielo quando la luna e le stelle offrono
lo scenario del loro incanto notturno.
I
longesi rimangono in attesa di una buona novella affinchè il loro
“piccolo Spasimo” non venga distrutto.
Li,
14 aprile 2018
Gaetano
Zingales
già
Sindaco di Longi
gaetano.zingales@gmail.com
Due
immagini della ex chiesa di S. Salvatore
Palermo.
S. Maria dello Spasimo
1 commento:
Diverse centinaia sono i longesi iscritti a Facebook, ma la debolissima partecipazione al sondaggio mi fa intuire che:
• Il problema culturale di conservazione dell’ultimo antico bene architettonico non interessa loro né dal punto di vista storico, né artistico;
• non si vuole disturbare il “manovratore” per pavidità. Diceva il principe De Curtis, in arte il grande Totò: “io il coraggio ce l’ho, quella che mi frega è la paura”.
Delle due, l’una.O entrambe?
Io ho fatto il mio dovere di difesa del “bello” nella nostra Longi. Assieme al Castello feudale, l’ex chiesa di S. Salvatore è rimasta l’unica antica testimonianza, visivamente palpabile, degli eventi che hanno percorso i secoli del borgo montano, che possiamo definire “perla alpina” delle Rocche del Crasto. E non è una esagerazione!
La storia giudicherà l’autore di questo ennesimo scempio. Così come essa ha già virtualmente ascritto nei suoi annali coloro, longesi o non, che hanno distrutto i beni antichi elencati nella mia precedente nota (vai a , per ignoranza o per altri interessi non noti.
Grazie, comunque ,a coloro che sono intervenuti
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