06 agosto, 2018

Giorno 21 agosto p.v., presso il Campetto plurimo di Longi, la Compagnia teatrale "Nebros", metterà in scena la commedia "U babbasunu orbu". Una delle protagoniste, la d.ssa Immacolata Pidalà, mi ha trasmesso una sua riflessione, che ben volentieri pubblico.


‘UN BABBASUNI ORBU’

La commedia messa in scena dalla C.T.L. ‘Nebros’ è la trasposizione in lingua siciliana dell’opera napoletana ‘Nu frungillu cecato’ scritta nel 1883 da Scarpetta con la collaborazione di Minichini; l’autore, grande innovatore del teatro napoletano mette alla ribalta il tema dell’amore che trionfa sempre in quell’ orizzonte di comicità che nasce dalla continua contraddizione tra l’essere e il voler sembrare, tra lingua ufficiale e dialetto locale con tutti i comportamenti, le abitudini e ipocrisie del ceto medio borghese.                                                                  Da un’analisi dettagliata e soggettiva dell’opera emerge chiaramente come i promotori machiavellici dell’intera trama sono i fratellastri Gaetano e Clemente che, con lo scopo di estorcere altro denaro alla facoltosa signorotta Mariarosa, architettano il matrimonio tra la figlia di quest’ultima e il figlio di Clemente; tutto questo marchingegno avrebbe dovuto avere la semplice finalità di migliorare le avverse sorti economiche di padre e figlio ma il connubio risulterà alquanto difficile da realizzarsi a causa dell’ostilità dell’anziana donna verso gli uomini dotati di una certa caratteristica da lei stessa drammaticamente sperimentata in un suo precedente matrimonio e che la indirizza verso una precisa scelta del futuro sposo della figlia.                                                                                
Varie e divertenti risulteranno le vicissitudini scaturite da queste due diverse programmazioni, quella dei parenti "complottatori" e quella di donna Mariarosa, e che si evolveranno attraverso menzogne, sotterfugi vari fino all’ espediente dell’attore principale Diego, che si sottrae al suo cieco destino mantenendo un rapporto d’amore già consolidato e soprattutto rubando una cospicua  somma di denaro allo zio; quest’azione induce lo spettatore a rammentare il conosciutissimo detto siciliano: ‘ i sordi ci fannu veniri ‘a vista all’orbi!!!’Detto che veicola implicitamente l’assunto secondo cui il ritorno economico induce gli uomini ad attivare tutte le proprie capacità anche quelle inesistenti per poter trarre un proprio o altrui vantaggio, ma allo stesso tempo rinnegando quella moralità nutrita dai valori dell’onestà, del rispetto e della reciprocità umana e che per contrasto viene fortemente richiamata all’attenzione dello spettatore come un modello ideale da seguire nella propria condotta quotidiana.
Inoltre, come ogni commedia, il finale è caratterizzato da una risoluzione generale di tutti gli imbrogli e da un’affermazione che dà identità e corpo al suo senso più profondo trasmettendolo vivamente al pubblico: ‘ ah quantu ‘mbrogghi, quantu ‘nganni e quantu vali, dicu jò, essiri sinceri e cristallini nta vita!’ frase che pronunciata da Mariarosa convoglierà gli spettatori ad un’attenta e dettagliata riflessione sulla mancanza di sincerità e onestà che spesso definisce i rapporti umani, la società nel suo complesso e da cui derivano i più nefasti comportamenti e mali incurabili.                                                                                                                                               
‘Siate sinceri e vivrete meglio’ è lo slogan lanciato dagli attori che si susseguono sul palco ad un ritmo incessante e che si augurano di allietare la breve serata del proprio pubblico.                                             Grazie per la vostra presenza!   
                                                                                                                               Immacolata Pidalà



N.d.R . Le commedie, i drammi o le tragedie, in genere, trasmettono un messaggio, che può avere un risvolto etico. La commedia, “U babbasuni orbu", che  Immacolata  Pidalà con oculatezza analizza e sapientemente commenta, intreccia l'umorismo ad un sottile insegnamento il quale vuole dirci che gli artifizi, i sotterfugi, le menzogne, prima o poi, vengono a galla e che, quindi, nella vita   generalmente è la verità quella che trionfa. Buona visione. G.Z.



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