25 agosto, 2018


Longi. La storia, in breve, del Monumento ai Caduti
Il monumento ai Caduti Longesi, subito dopo la fine della prima guerra mondiale, è sorto per interessamento dei cittadini che nominarono un apposito comitato, poiché in quel periodo -1920- Longi era amministrata da due Commissari, che si sono succeduti a cavallo di quegli anni. L’incarico per la sua realizzazione venne dato allo scultore Leopoldo Messina, di Palermo
L’intera spesa - statua, posa in opera su un basamento di marmo bianco – venne affrontata attraverso una sottoscrizione fatta tra i cittadini. La quale, essendo stata insufficiente, venne integrata, per la rimanente somma occorrente, dal-l’allora Barone di Longi, il Duca D’Ossada, Goffredo Vincenzo Calcagno. Il bronzo per la statua venne fornito per interessamento del longese Generale di Corpo d’Armata, Francesco Zingales, che fece assegnare per la bisogna un cannone residuato bellico confiscato all'esercito austriaco, che aveva perso la guerra. La bombarda (il cannoncino), ai piedi del monumento, durante il trasloco si era persa. Ho fatto fare delle ricerche, quando sono stato Sindaco, ed il povero Manlio Valenti, dopo attente ricerche, la trovò abbandonata in un magazzino dove il Comune depositava materiale vario. L'ho fatta rimettere al posto, dove era stata allocata in precedenza, cioè ai piedi del complesso monumentale.
Sulla targa a ricordo, collocata su un lato della base in marmo, venne scritto: “il Comitato, la Cittadinanza, il Duca d’Ossada nell’anno di grazia 1920”. Il Generale Zingales non venne citato; gravissima omissione per cui il nostro illustre concittadino si sentì offeso.
Il Monumento, come primo sito, venne eretto nello spazio sottostante i “due canali”, ove precedentemente c’era la Chiesa della SS. Annunziata, distrutta da un terremoto. Rammento, da ragazzino, che alle spalle dello stesso c’era una vasca con i pesciolini. La statua, che raffigura la Vittoria, tiene in una mano un ramoscello d’olivo, simbolo di Pace, mentre con l’altra regge uno scudo su cui c’è scritto: “LONGI”. In cima al complesso marmoreo, sopra il braciere ove arde una fiamma, c’era una Croce, che – non si sa come- è andata perduta probabilmente durante il trasferimento dall’antica sede a quella attuale.
Il fratello del Generale Francesco, il Magistrato Militare Gen. Leone Zingales, dopo la seconda guerra mondiale, fece arrivare al paese due cannoni della Brigata Folgore, il cui Vice comandate fu il figlio, Colonnello Franz, insignito di Medaglia d’argento per gli atti eroici durante la battaglia di El Alamein. Neanche questo eminente concittadino venne citato.
Il Monumento è opera dello scultore Leopoldo Messina, (L. Messina è scritto alla base del Monumento). Questa precisazione è stata fatta dall'Architetto Francesco Brancatelli. Ritiro, pertanto, quanto precedentemente ho scritto essendo stato indotto in errore da voci che lo attribuivano all'omonimo Francesco, che veniva citato quale autore del monumento presso la RAI . Franco Brancatelli, tra l'altro, ha pubblicato un' antica foto che ritrae il Monumento nel suo primo sito, che condivido.

G.Z.

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