Longi. La storia, in breve,
del Monumento ai Caduti
Il
monumento ai Caduti Longesi, subito dopo la fine della prima guerra
mondiale, è sorto per interessamento dei cittadini che nominarono
un apposito comitato, poiché in quel periodo -1920- Longi era
amministrata da due Commissari, che si sono succeduti a cavallo di
quegli anni. L’incarico per la sua realizzazione venne dato allo
scultore Leopoldo Messina, di Palermo
L’intera
spesa - statua, posa in opera su un basamento di marmo bianco –
venne affrontata attraverso una sottoscrizione fatta tra i
cittadini. La quale, essendo stata insufficiente, venne integrata,
per la rimanente somma occorrente, dal-l’allora Barone di Longi, il
Duca D’Ossada, Goffredo Vincenzo Calcagno. Il bronzo per la statua
venne fornito per interessamento del longese Generale di Corpo
d’Armata, Francesco Zingales, che fece assegnare per la bisogna un
cannone residuato bellico confiscato all'esercito austriaco, che
aveva perso la guerra. La bombarda (il cannoncino), ai piedi del
monumento, durante il trasloco si era persa. Ho fatto fare delle
ricerche, quando sono stato Sindaco, ed il povero Manlio Valenti,
dopo attente ricerche, la trovò abbandonata in un magazzino dove il
Comune depositava materiale vario. L'ho fatta rimettere al posto,
dove era stata allocata in precedenza, cioè ai piedi del complesso
monumentale.
Sulla targa
a ricordo, collocata su un lato della base in marmo, venne scritto:
“il Comitato, la Cittadinanza, il Duca
d’Ossada nell’anno di grazia 1920”. Il
Generale Zingales non venne citato; gravissima omissione per cui il
nostro illustre concittadino si sentì offeso.
Il
Monumento, come primo sito, venne eretto nello spazio sottostante i
“due canali”, ove precedentemente c’era la Chiesa della SS.
Annunziata, distrutta da un terremoto. Rammento, da ragazzino, che
alle spalle dello stesso c’era una vasca con i pesciolini. La
statua, che raffigura la Vittoria, tiene in una mano un ramoscello
d’olivo, simbolo di Pace, mentre con l’altra regge uno scudo su
cui c’è scritto: “LONGI”. In cima al complesso marmoreo,
sopra il braciere ove arde una fiamma, c’era una Croce, che – non
si sa come- è andata perduta probabilmente durante il trasferimento
dall’antica sede a quella attuale.
Il fratello
del Generale Francesco, il Magistrato Militare Gen. Leone Zingales,
dopo la seconda guerra mondiale, fece arrivare al paese due cannoni
della Brigata Folgore, il cui Vice comandate fu il figlio,
Colonnello Franz, insignito di Medaglia d’argento per gli atti
eroici durante la battaglia di El Alamein. Neanche questo eminente
concittadino venne citato.
Il
Monumento è opera dello scultore Leopoldo Messina, (L. Messina è
scritto alla base del Monumento). Questa precisazione è stata fatta
dall'Architetto Francesco Brancatelli. Ritiro, pertanto, quanto
precedentemente ho scritto essendo stato indotto in errore da voci
che lo attribuivano all'omonimo Francesco, che veniva citato quale
autore del monumento presso la RAI . Franco Brancatelli, tra l'altro,
ha pubblicato un' antica foto che ritrae il Monumento nel suo primo
sito, che condivido.
G.Z.
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