23 settembre, 2020

LONGI

 






DOSSIER

SULLA VECCHIA CHIESA

OVVERO

IL TEATRO DI PIETRA

DI LONGI



FRANGAR, NON FLECTAR

(mi spezzo ma non mi piego)


NON SONO UN VINTO MA UN SOLDATO MORALMENTE VINCENTE DELLA GUERRA IN DIFESA DEI BENI CULTURALI LONGESI




E' arrivata la freccia avvelenata da parte della Sovrintendenza ai BB.CC. di Messina, relativamente al problema della copertura del tetto della vecchia chiesa in via Vittorio Emanuele II , in Longi, da me adita qualche mese addietro. Secondo il riscontro, io ed il Comitato longese per la tutela dei beni culturali ed architettonici locali, saremmo in errore. Quindi , nella diatriba , saremmo soccombenti. Francamente, tale non mi sento, anzi rivendico alla mia persona la vittoria d'una guerra iniziata alcuni addietro tra lo scrivente e l'inquilino della canonica, il rappresentante “pro tempore” della Curia Vescovile di Patti, in Longi.

Vi sembra assurdo considerarmi vincitore, essendo soccombente nella vicenda di che trattasi? Sono vincitore moralmente di una guerra in difesa della tutela dell'ultimo bene architettonico e culturale che rimaneva al paese. Vincitore perchè ho posto all'attenzione dei cittadini che nessun quilibet si può permettere di arrecare danno a ciò che di BELLO Longi detiene. Oggi in Sicilia, purtroppo, il gioco lo dirigono i poteri forti: chiaro, no?

La lettera, inviatami dalla Sovrintendenza, - a mio parere- contiene alcune asserzioni confutabili, sul piano reale e del diritto, ancorchè la consuetudine e l'uso centenario di utilizzo del bene immobile ha consolidato la proprietà e la destinazione d'uso da parte della comunità. Una carta da giocare, quindi, sotto l'aspetto legale, nel caso di ipotetico contenzioso. In tutti i casi, per una azione portata avanti da un residente ma non nativo di Longi, che non s'aveva da fare senza prima avere consultato democraticamente i cittadini longesi. Fatto, quindi, moralmente condannabile!



FATTO

La battaglia ebbe inizio nel 2018. A seguito di una mia lettera inviata all'Assessore Regionale dei BB.CC. AA. il defunto Prof Tusa, Emerito studioso e rigoroso Archeologo di fama mondiale – oggi sepolto a Palermo nel Panteon dei cittadini illustri- il progetto “incriminato” sarebbe stato bloccato. Cambiati gli uomini al potere, il proposito esecrando venne ripreso ed il risultato è sotto gli occhi di tutti.

La Sovrintendenza di Messina sostiene che : “ lavori in parte avvenuti tra il 1894 ed il 1907 come attestano documenti dell'Archivio parrocchiale di Longi relativi al collaudo in data 7 luglio1911” ( collaudo di cosa? ndr). La stessa sostiene ancora che esistono documenti: “quelli di visita vescovile "ad Limina Apostolorum" datati al 12 e 13 giugno 1827 conservati in copia nell'archivio parrocchiale predetto.”

Ebbene, come è noto, ho scritto un libro sulla storia di Longi, le cui ricerche ho iniziato parecchi anni addietro. In quello studio ebbi a chiedere al parroco se esistevano antichi documenti sulle chiese di Longi; mi venne risposto di no, e che esistevano solo registri di battesimi. Un altro scrittore longese, prima di me, in una sua pubblicazione, ebbe a dichiarare che, egli ragazzo assieme ai suoi coetanei , che frequentavano, negli anni '40 del secolo scorso, la lezione di dottrina in parrocchia, durante l'inverno, per riscaldarsi, bruciavano vecchi tomi in carta pergamena. Quì, pertanto, qualcuno ha mentito!

Quando ho pubblicato , sul Club dei Longesi nel Mondo, le note riguardanti la opposizione del Comitato suddetto, perchè questi supposti documenti non vennero portati a conoscenza da coloro che ne erano detentori? Si sarebbero evitati astiosi scontri, una sorta di referendum pro o contro la copertura del tetto , nonché l'interesse delle agenzie on-line e della stampa locale? Supponenza da parte del titolare del progetto? Atteggiamento che non si confà alla tonaca indossata. Era suo dovere tirare fuori le ipotetiche carte , oltretutto per consentire alla maggioranza silenziosa dei longesi, contrari alla copertura del tetto, di conoscere la realtà dei fatti. Maggioranza silenziosa, che non si è appalesata con il “Mi piace”, sui post pubblicati , per una sorta di “timor reverenzialis” nei confronti del potere costituito, sia esso ecclesiastico che civile. Ma lo ha fatto in privato.

Rammento che, intorno agli anni '70, in occasione di lavori all'interno dell'ex chiesa, vennero alla luce alcuni cocci di una antica pavimentazione, che il Comune di Longi ebbe ad inviare alla Soprintendenza , la quale provvide a repertoriarli . Ritengo che, in quell'occasione, - come sarebbe stato giuridicamente opportuno -sia stato emesso un vincolo a tutela del bene architettonico. Ma forse si sono perse le ….tracce nell'archivio storico della Sovrintendenza provinciale.

Voglio rammentare che , sin dagli anni '30 del secolo scorso, la struttura , con la stasi nel periodo bellico, venne utilizzata , senza soluzione di continuità nel corso degli anni, quale “TEATRO DI PIETRA”, per rappresentazioni teatrali, eventi musicali e culturali. Conseguentemente, è divenuta consuetudine l'utilizzo dell' unico immobile per spettacoli di arte varia e cultura , da parte della comunità longese , consuetudine consolidata nell'arco di quasi un secolo. Orbene, leggo che:

Consuetudine. Diritto costituzionale

La consuetudine costituisce la fonte del diritto non scritta per eccellenza. Secondo la dottrina tradizionale, essa consta di due elementi: uno di tipo materiale (l’usus o diuturnitas) e un altro di tipo soggettivo (l’opinio iuris ac necessitatis), ancorché oggettivamente verificabile. Per usus o diuturnitas si intende la reiterazione di un determinato comportamento da parte di una collettività. L’opinio iuris ac necessitatis è, invece, la convinzione diffusa che quel comportamento sia non solo moralmente o socialmente, ma giuridicamente obbligatorio.”

Ed ancora: “La consuetudine.  Nel  sistema  gradualistico delle fonti  del diritto la consuetudine (o uso) è una fonte subordinata  sia alle leggi  sia ai regolamenti.  Al riguardo dispone l'art. 8 delle preleggi (disposizioni sulla legge  in generale) che " nelle materie  regolate dalle leggi e dai regolamenti gli usi hanno efficacia solo in quanto  sono  da essi richiamati ". In altri termini non sono ammessi nel nostro ordinamento consuetudini contrari a leggi o regolamenti ( contra legem ) ma soltanto  consuetudini  che integrano e specificano il dettato legislativo ( secundum legem o interpretative ) o disciplinano  materie non regolate da una legge( praeter legem o introduttive). La consuetudine  consiste  essenzialmente in un comportamento  uniformemente e costantemente  diffuso nel tempo e nello spazio e posto in essere da gruppi  sociali più o meno ristretti, presenti nella comunità  statale ,  perché  si abbia norma consuetudinaria è  necessario  altresì un altro elemento  e siffatto  elemento  è individuato  nella c.d.(opinio iuris  ac necessitas), motivazione psicologica  del comportamento, vale a dire  dal comune  convincimento che quel determinato  comportamento sia conforme  ai fini primari del gruppo stesso  o valga a comporre gli interessi confliggenti, per cui se non osservato provocherà  una reazione  sociale. ..,...(dal manuale di diritto costituzionale di Temistocle Martines ).

Io non sono un avvocato, ma “fate vobis”.

La “vexata qaestio” potrebbe rientrare nei cosiddetti usi civici poiché la comunità ne ha fatto un uso costante e continuo . Leggo nella Treccani : “Sono diritti perpetui spettanti ai membri di una collettività (comune, associazione) come tali, su beni appartenenti al demanio, o a un comune, o a un privato. Sono di origine antichissima, e si collegano al remoto istituto della proprietà collettiva sulla terra......(omissis)...... È discussa, fin da tempo antico, la definizione concettuale degli usi civici: secondo l’opinione più accettabile essi sarebbero diritti reali che non rientrano in nessuna delle categorie tradizionali.  “

Non sono un giurista, ripeto, ma la interpretazione, in senso estensivo, della consuetudine e degli usi civici, assieme ad altri elementi probanti, la si potrebbe giocare attraverso un ricorso al TAR. Ma , francamente non ho da buttare 5000 o 6000 euro.

Per concludere, c'era e c'è proprio il bisogno di avere un' altra chiesa, in un paese di 1500 abitanti circa, assieme a quelle esistenti nel centro e nelle contrade?

Perchè tutto questo? Mi sovviene il cattolico, non più vivente , on.le Giulio Andreotti: “ a pensar male si fa peccato, ma alcune volte si indovina”. In quanti la pensiamo come il povero Andreotti?

Abbiamo dovuto ingoiare la perdita di antichi siti, da parte di Amministrazioni distratte nella conservazione dei beni culturali ed architettonici; abbiamo dovuto subire la perdita di tesori antichi all'interno della chiesa madre per mano di precedenti parroci; abbiamo accettato malvolentieri la deturpazione estetica delle facciate delle chiese, in centro e nelle contrade, durante la attuale gestione parrocchiale. Questa perdita, però, del nostro Teatro di Pietra, del nostro mini-Spasimo, non l'accettiamo proprio, sig. Giuseppe Prestimonaco, cittadino non longese.

In occasione, quindi, del prossimo pensionamento da guida della comunità religiosa , al predetto rappresentante pro tempore della parrocchia ritengo che non ci dovranno essere “tappeti rossi” e nemmeno applausi a cagione dell'incommensurabile danno apportato ai beni culturali , rientranti nell'ambito della gestione della chiesa cattolica, nonché ad alcune antiche tradizioni longesi. Le auguriamo lunga vita, sig Giuseppe Prestimonaco, nella sua Frazzanò affinchè, oltretutto, possa meditare e recitare un “atto di dolore”, quale pentito per le cose non buone imposte alla nostra bella Longi.

Da non credente, intono il peana della morte degli antichi corifei in ricordo del Teatro di Pietra longese e recito il de profundis per il bene antico, la cui bellezza non rivedremo più così come era! Guardiamola per l'ultima volta:




Qui di seguito, pubblico la documentazione intercorsa con la Sovrintendenza ai BB. CC. e AA.di Messina ed , a seguire il materiale da noi pubblicato. Tutto ciò, farà parte del prossimo mio aggiornamento della Storia di Longi affinchè i posteri sappiano chi sono stati i killer dell'ineguagliabile Teatro in Pietra longese.


DOCUMETAZIONE INVIATA ALLA SOVRINTENDENTE DI MESSINA

Gaetano Zingales

Cavaliere O.M.R.I.

D.ssa Archeologa

Mirella Freni

Soprintendente

dei Beni Culturali ed Ambietali di

MESSINA

OGGETTO: progetto chiesa di san Salvatore presso il comune di Longi


Nell'aprile del 2018, ebbi a scrivere una lettera all'Assessore Regionale del

BB.CC. ed Ambientali, il compianto prof . Tusa, e ad altri, per bloccare i lavori

presso la ex chiesa di S.Salvatore in Longi. Deceduto l'esimio Prof. Tusa, il

parroco di Longi, riprese le fila per l'approvazione del progetto e, nel luglio del

corrente anno, consegnò i lavori ad una impresa edile di Favara (AG).

Attraverso un Comitato Civico per la tutela dei Beni culturali ed ambientali

del territorio longese dichiarammo la nostra avversità alla copertura del tetto

dell'immobile ed invitammo il proprietario ed il progettista ad un confronto per

addivenire ad una soluzione di compromesso, considerato che l'opera era stata

già finanziata, fermo restando i lavori di manutenzione e di recupero delle

mura. Non siano stati ascoltati. E ciò, malgrado una petizione lanciata on-line e

votata dai cittadini ( si fa presente che la comunità longese conta circa 500

famiglie) ed alcuni articoli di organi di stampa. Per ultimo, abbiamo fatto

domanda al Comune per visionare il progetto ed avere la fotocopia della

relazione tecnica e dei pareri esterni; nessuna risposta alla data odierna.

Nel corso di questa vicenda, ci siamo ricordati che , tra gli anni 1973-1975,

durante lavori all'interno della ex chiesa, sono stati trovati ,sotto lo strato di

terra, alcuni mattoni antichi, che il Comune di Longi inviò subito alla

Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina, che li avrebbe repertati.

Presumiamo, quindi, che questo antico bene architettonico sia stato messo sotto

tutela e, pertanto, dovrebbe esistere un vincolo nell'effettuazione dei lavori

manutentivi dell'immobile, escludendo la possibilità di copertura del tetto.

A supporto, e per una visione completa del problema di che trattasi, si allega

alla presente e-mail -essendo on-line- una documentazione completa, che potrà

essere letta attraverso i rispettivi link..

Le chiediamo, quindi, Gentile Dottoressa, di esaminare, tramite i Funzionari

Tecnici incaricati, l'intero dossier del progetto della cosiddetta chiesa di

S.Salvatore di Longi, accertando soprattutto se i lavori in corso di esecuzione

siano conformi e nel rispetto del parere emesso da codesta Soprintendenza,

insistendo sul parere positivo o meno in riferimento alla copertura del tetto in

legno.

RingraziandoLa, si rimane in attesa di cortesi notizie al riguardo.

Distinti saluti

Gaetano Zingales

già Sindaco del Comune di Longi

Allegati vari


_____________________________________________________

Nota del 14 aprile 2018 indirizzata a:

AL Prof. Dott. SEBASTIANO TUSA

ASSESSORE REGIONALE

DEI BENI CULTURALI E

DELL’IDENTITA’ SICILIANA

assessorebci@regione.sicilia.it

AL SOPRINTENDENTE DEI BB.CC.AA.

DI MESSINA

orazio.micali@regione.sicilia.it

A S.E. MONS. GUGLIELMO GIOMBANCO

Vescovo della Diocesi di Patti

diocesipatti@diocesipatti.it

AL PARROCO DI LONGI

prestimonacogiuseppe@libero.it

e p.c. AI CITTADINI LONGESI

Oggetto: Lavori presso ex chiesa di S.Salvatore in Longi

Mi giunge notizia che esisterebbe un progetto esecutivo, già finanziato, che dovrebbe

consentire lavori di ristrutturazione e di copertura del tetto presso l’ex chiesa di

S.Salvatore, in Longi. E' vera la voce che corre oppure è una bufala dei soliti

buontemponi?

Per coloro che non fossero a conoscenza degli eventi abbattutisi su questa struttura,

faccio quì una breve descrizione. Essa fu investita dalla frana , il 15 marzo 1851,

nella navata di destra mentre l’abside e la navata di sinistra non furono travolte. La

chiesa era in costruzione e, per motivi che non si sanno, venne abbandonata anche se

si sarebbe potuto liberare dal fango la parte invasa in quanto la gran parte della

superficie era rimasta integra. Se i lavori fossero stati in uno stadio avanzato ( con la

copertura, il catino e l’intonaco ai muri) e la chiesa fosse stata investita totalmente

non avremmo visto i muri allo stato grezzo. Invece, il tutto è rimasto come si presenta

ai nostri occhi.

L’ex chiesa, sin dagli anni trenta venne utilizzata per rappresentazioni teatrali e, dai

ragazzi, sino alla realizzazione del campo sportivo, come campetto di calcio.

Io rammento, da ragazzo, che, dopo avere giocato al pallone, attraverso un’apertura

sul retro dell’abside ci portavamo dietro il muro della chiesa perché, staccato da

questo, nella parete di fronte, c’era una piccola sorgiva d’acqua, dove noi andavamo a

dissetarci. Quindi, su quel muro non si era abbattuta la frana, al contrario della navata

di destra che era rimasta sommersa dal fango. Quell’apertura sul retro – a mò di

porticina – successivamente venne murata.

Rammento anche che al muro esterno di destra si erano appoggiate abitazioni, in

seguito costruite da privati, e che, al piano terra, si accedeva ad un locale ( forse la

futura sagrestia) accanto alla torre campanaria.

In conclusione, la frana ci fu ma non si abbatté su tutto l’edificio, che venne

abbandonato divenendo una “incompiuta”, la quale , oggi, ha bisogno solo di essere

restaurata e conservata, così com’è, per spettacoli e manifestazioni culturali.

La struttura viene da tutti ammirata per la sua bellezza, che trasmette l'emozione di

un'antica civiltà del paese e di valori religiosi e culturali esistenti presso quei nostri

antenati. Trasformare l’estasi della visione oggi esistente, durante gli spettacoli estivi,

è un delitto contro la natura e la bellezza architettonica.

E’ l’unica eredità di antiche strutture e di manufatti artistici, rimasta al godimento

degli amanti dell’architettura del passato, in quanto tutte le altre, per mancanza di

convincimenti culturali , sono andati distrutti. Come ad esempio. Il lavatoio pubblico

alla Fontana, l’edicola di San Leone al Serro, le fontanelle di acqua potabile

disseminate nel paese, il Monumento ai Caduti sotto i Due Canali con la vasca dei

pesci. E presso la chiesa madre: il pulpito per le prediche, il grande lampadario

centrale, l’artistico fonte battesimale, le lapidi di feudatari sepolti, il tetto a

cassonetto.

Adesso, si vorrebbe distruggere l’ultimo bene artistico rimasto al paese di Longi. Vi

invito a desistere in quanto ai longesi piace così com’è.

Se la meravigliosa e coinvolgente chiesa dello Spasimo, a Palermo. laddove si

svolgono manifestazioni musicali ed artistiche a cielo aperto, fosse oggetto di

intervento strutturale con copertura del tetto, oggi inesistente, non verrebbe

commesso uno scempio culturale? L’ex chiesa di Longi non ha certamente la bellezza

di quella dello Spasimo, ma ha egualmente una sua attrattiva come sito artistico per

manifestazioni di vario genere. Se non fosse un’affermazione azzardata, direi che

l’immobile, pur essendo della metà del 1800, ha un qualcosa di archeologico, che ci

fa rammentare la millenaria esistenza del borgo montano, fondato dagli esuli della

distrutta città di Demenna.

E' uno stato d'animo sublime quello in cui , durante l'ultra ventennale Concerto

d'Estate, lo spettatore, sommerso dalle note musicali del complesso orchestrale, eleva

il suo sguardo verso il cielo stellato, talvolta rischiarato dalla luna. E' un

appuntamento, il Concerto, che coinvolge i longesi, soprattutto quelli che al paese

tornano per trascorrere le ferie estive. Il sito di rustica e antica bellezza, guardando in

alto, sopra la struttura, durante gli intervalli dello spettacolo, è impreziosito, dalle

caratteristiche piante di opuntia (fico d'india). Qualcuno potrebbe obiettare che, sotto

il tetto di copertura della struttura, lo spettacolo si potrebbe svolgere egualmente. Lo

scenario cambierebbe, non essendo quello offerto dalla natura, ed il momento

celebrativo perderebbe la bellezza e l'importanza del suo appuntamento annuale.

Leggo da un saggio su internet. “La tutela del patrimonio culturale e del paesaggio.

La conservazione del paesaggio, in pratica l’insieme delle bellezze naturali e del

patrimonio artistico-storico-culturale, è un esigenza irrinunciabile nel nostro paese e

va considerata come un aspetto specifico della più ampia tutela dell’ambiente.

Già la Costituzione intende la tutela del paesaggio come protezione del patrimonio

naturale nella sua complessità; riconosce, inoltre, tra le finalità precipue dello Stato

la conservazione del patrimonio storico e artistico al fine di salvaguardare la civiltà,

i costumi e le tradizioni, in sostanza la memoria storica della nazione, e di

proteggere l’ambiente costruito nel tempo dall’uomo.

Chiaramente, l'immobile fa parte dei beni paesaggistici e, quindi, soggetto alle

norme, nazionali e regionali, di salvaguardia e tutela dei beni culturali, archeologici

ed architettonici.

A questo punto, mi chiedo: nel caso in cui esista il progetto in argomento, lo stesso ha

avuto rilasciati tutti i necessari visti per l'inizio dei lavori.?

E' doverosa , pertanto, una risposta a quanto, con la presente, viene chiesto.

Pur tuttavia, ove sia percorribile sul piano tecnico e normativo, per non bloccare un

progetto esecutivo propongo, come mediazione, di apportare una variante allo stesso.

Anziché un tetto fisso per la copertura delle navate, centrale e laterali, si potrebbe

ricorrere, nella navata centrale, ad un tetto mobile. E’ possibile? Se “no”, che si

intervenga per la messa in sicurezza dello stabile ma, per favore, che non sia distrutta

la visione di ammirare, durante gli spettacoli, la bellezza del cielo quando la luna e le

stelle offrono lo scenario del loro incanto notturno.

I longesi rimangono in attesa di una buona novella affinchè il loro “piccolo Spasimo”

non venga distrutto.

Li, 14 aprile 2018

Gaetano Zingales

già Sindaco di Longi


Articolo sulla Gazzetta del Sud

https://www.facebook.com/photo?

fbid=10217888779117902&set=gm.10157544273232253

Petizione

https://www.change.org/p/al-ministro-per-i-beni-e-le-attivit%C3%A0-

culturali-e-per-il-turismo-dario-franceschini-salviamo-la-chiesa-vecchiadi-

longi-8f4079c2-b1fa-4d22-971c-f84076e56a83?

recruiter=1133072712&utm_source=share_petition&utm_campaign=petit

ion_show&utm_medium=whatsapp&utm_content=washarecopy_235721

70_it-IT%3A3&recruited_by_id=cedeb410-c9fa-11ea-8680-

47360cd0eba8

Articolo : <https://www.nebrodinews.it/longi-comitato-chiede-stop-lavori-nellex-chiesa-di-ssalvatore/?

refresh_ce >

Articolo: <https://www.anni60news.com/2020/07/21/longi-salviamo-la-chiesa-vecchia-unapetizione-

per-tutelare-la-storica-incompiuta/?

fbclid=IwAR3WAATHc017mcMYs7jIFmbKW2fOM8YyQi-

DAFxe8rZzoFYFNKc9Am224Og >

https://www.facebook.com/photo?

fbid=1232971537053829&set=a.140587829625544

ARTICOLI

L'ULTIMA MIA BATTAGLIA.

Post n°2854 pubblicato il 25 Luglio 2020 da gazimo08

Foto di gazimo08 

 

"PER FAVORE, FERMATEVI!"

 

In genere, quando si distrugge il bello e l'antico, per fare spazio al moderno, c'è sempre un sottofondo, che nasconde interessi personali di natura non chiara. Presumo che così sia stato, negli anni passati, quando il paese ha perso i suoi antichi beni culturali. L'illustre on Andreotti diceva: "a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina". Io voglio essere un "peccatore", anche se non credente, ma vorrei anche sbagliare ad indovinare...

Io amo tutte le espressioni variegate del pensiero che inducono all'arte, alla poesia, alla lettura ed alla composizione delle idee che il pensiero vuole tradurre in parole scritte.

Il turismo, in massima parte, è basato anche sull'interesse culturale per la visione ed il godimento di ciò che il passato ci ha tramandato. Ma quando esso viene distrutto, nelle sue forme strutturali, artistiche ed architettoniche, ma anche ambientali, cosa offriamo, noi longesi, per attirare quel turista?

Non esiste più l' "antico" a Longi e si vuole continuare nell'opera di distruzione dell'ultimo bene storico ed architettonico. Dopo di che abbiamo chiuso con i reperti residuali del nostro passato. Abbiamo distrutto la memoria di una testimonianza col nostro passato e con quello ereditato dai nostri antenati.

Questa azione di dissoluzione di antichi resti può essere definita omicida; omicida nei confronti della vita economica, della politica turistica e dell'arte longese.

Se tutto ciò vede conniventi i più, siamo caduti veramente in basso.

Perchè questa mia battaglia ?

Mi considero, con molta modestia ed umiltà, l'ultimo Cavaliere, di nome, e di fatto in favore delle giuste Crociate perchè discendente da quel personaggio che va sotto il nome di Angelo Zingales, le cui gesta invito a leggere, se credete, nel mio blog "Il Nibbio". Il mio non è un richiamo autoreferenziale, bensì una constatazione di connaturata presenza genetica di comune DNA col mio antenato.

Inoltre, ho intrapreso questa mia ultima battaglia culturale, e non politica, per difendere il "Bello"; ultima perchè sono vecchio e malconcio in salute. La mia è una battaglia a favore, e non contro qualcuno. A favore di un bene culturale, rientrando nelle variegate espressioni dell'arte; a favore, quindi, di ciò che è affascinante, suggestivo, incantevole del mio paese

Ogni battaglia prefigura due schieramenti in campo: io sono dalla parte del più debole, senza le necessarie "armi" se non la penna, ma ho attivato gli strumenti per uscire vincitore da questa diatriba.

Come ex Sindaco di Longi, non figura giuridica, bensì rappresentante morale della maggioranza silenziosa dal volto umano, anche se anonimo, - essendo perfettamente consapevole che, per bloccare i lavori, bisognerebbe adire il TAR e per farlo occorrerebbe mettere sul piatto 5/6 mila euro circa -, ho deciso di proseguire nell'azione di difesa sul piano burocratico.

Sono convinto che, alla fine, il GIUSTO trionferà perchè è una legittima lotta socio-culturale in difesa di una comunità che assiste attonita allo scontro, da altri voluto.

Per concludere, invito i titolari del progetto della" chiesa vecchia" di non trincerarsi dietro un ostile silenzio , antidemocratico, di non considerarsi come destinatari di una lesa maestà, ma di scendere tra la gente comune e di leggere gli interventi, sul Club dei Longesi nel Mondo di Facebook, qualificati e propositivi, di persone dotate di mentalità aperta e non chiusa al nuovo, al possibile, al cosiddetto "in medium stat virtus".

Per favore, scendete dal "pulpito" per dialogare, prima che sia troppo tardi; insieme potremo trovare una soluzione di compromesso per non perdere, soprattutto, i soldi del finanziamento del progetto, di cui economicamente il paese non usufruisce, che può sempre essere variato in corso d'opera per sopravvenute nuove esigenze. Se questo appello non accoglierete, dovremo pensare che vi paragonate al Marchese del Grillo (Alberto Sordi) : " io sono io , e voi non siete un c...o".

Auguro alla mia Longi un ottimo futuro e buona fortuna.

 

Dalla mia residenza estiva di Crocetta , 25/07/2020

GZ

 

Prima della parola FINE

Post n°2853 pubblicato il 10 Luglio 2020 da gazimo08

 

"ARMIAMOCI E ... PARTITE" O, SE VOLETE, QUANDO LA GENTE VUOLE PRENDERE IL FUOCO CON LE MANI ALTRUI.

 

Quando diedi notizia che si stava dando l'avvio dei lavori per la ristrutturazione dell'ex chiesa di s.Salvatore, tra cui la ventilata copertura della volta - un vecchio pallino dell'inquilino-ospite della canonica -, in molti dissentirono e protestarono.

Faccio un passo indietro.

Quando, nel 2018, venne effettuato analogo tentativo, il sottoscritto ebbe ad inviare la seguente lettera agli Organi istituzionali interessati alla questione:



AL Prof. Dott. SEBASTIANO TUSA -ASSESSORE REGIONALE DEI BENI CULTURALI E DELL'IDENTITA' SICILIANA

 

ed altri 


 LEGGI IL TESTO PRIMA RIPORTATO

 

Sembrava che il problema fosse stato risolto. Successivamente, venne a mancare il Prof Tusa, famoso Archeologo, perito in un incidente aereo, ed i meandri della politica di basso conio ripresero a mandare avanti le truppe cammellate. Le quali risolvettero il problema . Ovviamente, "pro domo sua".

 

Ritenni, pertanto, di non dovere rimanere insensibile agli inviti di persone che dicevano che occorreva fare qualcosa e presi l'iniziativa di formare un Comitato longese per la tutela dei beni culturali, tra i quali l'architettonico manufatto dell'immobile di via Vittorio Emanuele II.

Invitai, quindi, parecchie persone, da alcune delle quali ebbi conferma di partecipazione alla riunione. Alla data ed all'ora fissata, ci trovammo in quattro, giusto per fare una partita a "scupa luncitana". E gli altri? A ciascuno la risposta, palesemente già chiara. Appunto, "ARMIAMOCI E PARTITE" O, SE VOLETE, " LA GENTE VUOLE PRENDERE IL FUOCO CON LE MANI ALTRUI".

Diceva il grande principe De Curtis, in arte Totò: "io il coraggio ce l'ho, quella che mi frega è la paura", Oppure, forse è una sorta di "timor reverentialis" , che ancora invade taluni, eredi di quel plebeo che si toglieva la coppola di fronte al feudatario e, genuflesso, farfugliava un "voscenza benedica"?

Sveglia gente, il feudalesimo è finito ed è stata superata la mafia del feudo quando il padrone imponeva le sue regole attraverso la doppietta del suo fattore, o la più nota lupara.

Rammento, inoltre, che la dittatura mussoliniana è stata mandata a quel paese parecchi decenni addietro e, quindi, siamo in democrazia , liberi di esprimere il nostro pensiero, piaccia o non.

Avviandomi alla conclusione, tengo a sottolineare che, malgrado la mia veneranda età, il mio è stato un tentativo per dare vita ad una battaglia culturale in difesa dell'ultimo bene architettonico del mio paese natio perchè, malgrado gli acciacchi, le cosiddette pa..e ancora tintinnano quando c'è da affrontare una battaglia contro le cose ingiuste. Ad un vecchio leone, se metterete la museruola, pensate che non ruggirà?

Mi dispiace che i longesi debbano subire, in silenzio, i dictat di altri senza potere esprimere il proprio punto di vista. Costoro sono convinti che la democrazia sia un optional; bisognerebbe far capire loro che invece è un diritto di tutti. Sarebbe bello un confronto aperto con i titolari del progetto. Ma mi rendo conto che è una pia illusione!Mi sovviene , infatti, la famosa frase del marchese Del Grillo (Alberto Sordi) . " io sono io e voi non siete un ca...o".

A questo punto non mi resta che salutare il luogo di spettacoli teatrali, di concerti, sotto un cielo blu dove le stelle erano le ètoiles dell'immaginario palcoscenico, bellezza della natura, ed anche di giochi a pallone nella lontana infanzia con: " Adieu, mia piccola miniatura dello Spasimo longese". Ma mi chiedo anche:"Cui prodest tutto ciò"?

GZ

 

L'ANTICO E' SEMPRE BELLO, MA A LONGI LO ERA UNA VOLTA.

  

Tra i miei ricordi di ragazzo, riaffiorano alla memoria angoli del paese, oggetti d'arte, che la mano dell'uomo ignorante ha distrutto. Ignorante perchè non conosceva la bellezza dell'antico, dei manufatti artistici, dell'importanza morale e legale di preservare quelle "cose" che vengono definite beni culturali.

Rammento, all'interno della chiesa Madre, un meraviglioso grande lampadario in ferro battuto, realizzato da don Emilio Bellissimo, che, illuminato con parecchie candele, espandeva la luce nella navata centrale; c'era un pulpito per le prediche e c'era anche un artistico battistero in legno, pregevole opera di un artigiano locale, che racchiudeva il fonte battesimale. Scomparsi!

Il monumento ai Caduti era allocato nello spazio sotto i Due Canali, dove prima sorgeva la chiesa dell'Annunziata, distrutta nel 1700 da un forte terremoto, e dietro di esso c'era una vasca con pesciolini rossi, mentre, alla sommità, l'icona della fiamma era sovrastata da una croce. Non esiste niente di tutto questo.

C'era il lavatoio comunale, con 8 fontane d'acqua ed altrettante vasche, dove le donne, cantando, lavavano i panni. Distrutto anche questo per farne un banale magazzino comunale.

C'erano artistiche fontanelle d'acqua freschissima disseminate nelle vie e rioni del paese: di alcune rimane lo scheletro. Ai Due Canali, le due bocche emanavano un getto d'acqua, refrigerio, soprattutto, nelle calde notti estive quando, a quei tempi, l'unico bar del paese chiudeva al suono dell'Ave Maria. Rimaneva aperta qualche bettola di vino per i cantori notturni di improvvisate serenate, alcune delle quali - meno male poche - si chiudevano con il lancio dall'alto di un vaso di fiori o, peggio, col contenuto liquido di un vaso da notte. Ma, talvolta, la serenata si concludeva con l'apertura dell'uscio di casa e lì continuavano i brindisi, con giammellotte e ramette, con liquori fatti in casa ed i canti accompagnati dal suono del mandolino della chitarra e, alcune volte, di un violino.

La chiesa dell'Annunziata, solitaria nel suo sito e senza case attorno, era uno spettacolo, che spaziava dal "Jardino du Duca" sino a "Cruci du Serro", dove lo sguardo, dopo essere passato dal "Maiazzinu di S. Antonio", si soffermava ad ammirare la cappelletta in muratura con il quadro di S. Leone, naturale sfondo per foto ricordo, abbracciata da un lungo sedile in pietra, sosta, soprattutto notturna, durante la calura agostana, magari per canti di ragazzi che si accompagnavano con la chitarra di Emilio Bellissimo.

Per non parlare, dell'occasione perduta, per il diniego frapposto dal suo ultimo proprietario, di donare (ottenne un mare di soldi attraverso le cause che vinse contro il Comune di Longi) oppure di

vendere al paese il Castello medievale per farne sede di rappresentanza dell'Amministrazione, centro di cultura, galleria d'arte, biblioteca comunale, Museo Naturale ed Etno-antrologico. Non posso non rammentare gli artistici Murales di Castiglione, andati perduti per incuria.

Adesso, l'ultimo bene culturale, l'architettonica bellezza dell'incompiuta struttura muraria di via Vittorio Emanuele va via, perduta anch'essa per sempre con la copertura del tetto. Mi chiedo il motivo di siffatto scempio. Ma è altresì legittimo chiedersi quale motivazione è stata addotta per potere ottenere anche l'avallo dei BB.CC. senza incorrere nella violazione delle leggi in materia di tutela dei beni culturali ed architettonici. A chi o a cosa giova? E mi fermo qui perchè troppo dolore, sul piano culturale, la perdita del "bello antico" procura al mio animo.

La cosiddetta "chiesa sfasciata" ha un passato glorioso: forse anche prima, ma ho notizia che sin dagli anni trenta ha ospitato generazioni di giovani artisti, che hanno allietato i concittadini con lavori teatrali di scrittori e registi longesi, con commedie e, nel recente passato, con il Concerto d'estate che ha avuto la sua inaugurazione nel 1994 - durante la quale sono stato oggetto di lancio anonimo di buste di plastiche piene d'acqua scagliate dall'alto, nel buio del muro esterno di sinistra, che per fortuna non mi colpirono , - e la continuazione negli anni successivi. E la gente si divertiva e si trovava a suo agio perchè assisteva a quegli spettacoli in uno scenario unico quando, dall'alto, in notturna, appariva il cielo stellato che brillava attorno ad un splendida luna.

Un momentaneo materiale beneficio ad personam verrà rammentato, nella futura storia del paese, come un'azione criminale per la distruzione del bello e di un antico bene, l'ultimo, ma forse il più bello.

Ma i lupi, che vengono da fuori, hanno una coscienza? Addio, "mini Spasimo" di Longi.

GZ

FINE

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