Dal mio saggio storico
“Quel borgo baciato dalle acque del Mylè”, estraggo i
capitoli relativi alle biografie di alcuni personaggi longesi che
hanno onorato il nome del loro paese natio attraverso atti e
comportamenti che li hanno resi illustri e degni di essere ricordati
dalle generazioni future.
Ma il nostro paese,
invero, nel corso degli anni e delle Amministrazioni che si sono
succedute, non ha inteso rendere loro i giusti onori rammentandoli
attraverso l'intestazione di una strada, di una piazza, di un
monumento anche. Forse perchè non hanno operato nella comunità
longese oppure perchè non sono morti a Longi né ivi hanno avuto
sepoltura.
Qualcuno di questi è
stato rammentato per iniziativa personale dei loro discendenti.
Voglio rammentare il detto “ nemo propheta in patria”, secondo
una frase scritta nei Vangeli che riportano le parole che
Gesù
stesso aveva proferito: “un profeta non riceve onore nella sua
patria”.
E'
triste!
Negli
annali storici della loro attività sociale, religiosa ,
professionale e del cursum honorum nell'ambito della propria
condizione “lavorativa” , viene riportato il nome e cognome
seguito dall'epiteto “da Longi”. La Storia li ricorda così, il
loro paese no.
Pubblico,
a puntate , le loro vite riguardanti l'impegno sociale, senza foto
purtroppo per motivi tecnici in quanto estrapolate dalla bozza del
mio libro di cui sopra. La pubblicazione ha lo scopo di rammentarli
ai concittadini longesi ma soprattutto ai giovani affinchè sappiano
“a quali personaggi famosi” Longi ha dato i natali. Buona lettura
P.S.
Mi riprometto , tempo libero permettendo, di pubblicare , circa ogni
settimana, una biografia per volta
Nino
Russo, fondatore della B.C.C. “Valle del Fitalia”
Nino
Russo, nato nel 1932 da una famiglia di contadini, era dotato di
grande intelligenza, di fantasia e di spirito d’iniziativa.
Inizialmente fo-tografo, il suo studio era fucina di incontri, di
discussioni e di idee per realizzare progetti al servizio della
comunità longese.
Eravamo
molto amici e, quando mi recavo al paese, abitando a Mes-sina,
trascorrevamo intere nottate a discutere sui suoi propositi. Due
erano le idee che attraversavano la sua mente: una cooperativa per il
credito artigiano ed una struttura per il turismo invernale a
Gazzana. La prima riuscì a concretizzarla, la seconda, da Nino
preconizzata, è oggi in fase di elaborazione progettuale da parte
del Parco dei Nebrodi: una pista da sci che, partendo dal Monte Soro,
si snoderebbe attorno al lago Biviere per addentrarsi nel bosco di
Mangalavite e dintorni.
Le
sue intuizioni e la sua lungimiranza si dovettero confrontare con
mentalità restie a recepire i suoi progetti, ma con tenacia ed
attraverso il dialogo continuo riuscì a convincere parecchia gente a
sorreggerlo nel difficile impegno di far nascere la Cassa Rurale ed
Artigiana della Valle del Fitalia. Nino ed i soci fondatori ne
sottoscrissero un capitale di lire 13.280.000. Da allora,
dall’originaria sede in un magazzino, ini-ziò il suo cammino
meraviglioso verso l’attuale struttura, che si insediò
nell’immobile più prestigioso del paese: il Castello feudale. E
divenne Banca.
Nino
Russo iniziò la sua carriera di bancario quale collaboratore esterno
del Banco di Sicilia di Tortorici, laddove si recava a seguito di
incarico dei suoi concittadini per il disbrigo di pratiche ed
operazioni bancarie. Era un incarico di fiducia che il nostro uomo
assolveva con onestà e con competenza. Quando le porte della
nascitura Cassa Rurale ed Artigiana si aprirono ai longesi, Nino ne
divenne il primo impiegato assieme ad un direttore esterno. Nel
frattempo, conseguì il diploma di Ragioniere, essendo stato sin
allora un autodidatta. Collocato in pen-sione, venne acclamato
Presidente onorario della B.C.C. della Valle del Fitalia. Nel 2007
ebbe fine la sua intensa vita, ricca di emozioni e di soddisfazioni.
Scrive
Maria Lorena Franchina, nell’articolo apparso ne “I Quaderni
della Valle del Fitalia”, editi dalla omonima Fondazione a Nino
Russo intestata, che “negli anni ’70 aprì una scuola per
l’avanzamento delle arti, dei mestieri e dell’agricoltura”
ed inoltre che riuscì a farsi finanziare dal-la Regione Sicilia
uno studio di fattibilità dedicato alla realizzazione di una diga.
Si trattava, infatti, della costruzione di un invaso alla “Stretta
di Longi” alimentato dalle acque del fiume Milé o Fitalia. La sua
finali-tà era quella dell’irrigazione dei terreni agricoli
circostanti. Ma sarebbe nato anche un laghetto artificiale che
avrebbe arricchito il paesaggio circostante e che avrebbe consentito
anche gli sport acquatici. L’opera non venne realizzata perché la
portata fluviale risultò essere insuffi-ciente per la fattibilità
dell’opera. Mah! Col senno del poi, probabilmen-te è stato un bene
sia per la fragilità geologica del terreno attorno al paese, sia
perché… le escursioni odierne alla bellezza selvaggia della
“Stretta” non sarebbe stato possibile effettuarle.
Il
suo partito fu la Democrazia Cristiana; il suo Sindacato la CISL,
attraverso il cui Patronato assisteva i lavoratori. Solidi erano i
suoi va-lori dettati da cristiana solidarietà e dai sani principi
morali appresi dai suoi genitori. Ma Nino era anche un poeta.
Rammento, infatti, quando andai a trovarlo per esprimergli le mie
condoglianze per la morte della mamma, che mi fece leggere una sua
poesia scritta nella nottata e dedicata alla sua cara genitrice.
Bellissima e commovente! Non piangeva mentre io leggevo quelle rime,
ma guardava con intenso amore il corpo spento dell’adorata mamma
nella bara. Ritengo che ne abbia scritto di altre, perché la
sensibilità del suo essere era quella che induce a pensare che
avrebbe trovato conforto, soprattutto nei momenti difficili, nella
mano che vergava le rime uscite dal suo stato d’animo. Era un uomo
forte, umano ed interpretava i bisogni della sua gente, ma anche un
allegro compagno ed un vero amico.
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